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HOW TO GET AWAY WITH MURDER | RECENSIONI | SERIE CONCLUSE | Serie tv | SHONDALAND

How to get away with Murder 6×15 – Grazie di tutto, Annalise Keating

Davide | Maggio 16, 2020

Il finale di serie è andato in onda: asciughiamoci le lacrime e godiamoci l’ultima recensione di How to get away […]

Il finale di serie è andato in onda: asciughiamoci le lacrime e godiamoci l’ultima recensione di How to get away with murder 6×15

Siamo giunti alla recensione del finale di serie, dell’episodio di How to get away with murder 6×15.

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“When the sun shines on you, you’re a fool to turn away”. Ho ancora i brividi.
Ebbene sì: è arrivato il momento dei saluti. E non solo devo salutare voi, ma anche Annalise e una serie tv che ha saputo, penso di parlare per molti, conquistare il suo pubblico non solo grazie alla trama coinvolgente ma anche e soprattutto per la grandissima carica emotiva che ogni episodio ha portato.

Una cosa è certa: ancor prima di iniziare l’ennesimo rewatch dovrò guardare due delle mie puntate preferite di sempre una dopo l’altra. La prima e l’ultima. Credo che pochi show possano vantare le linee tra il pilot e il finale di serie così ben connesse quanto in How to get away with Murder. E non parlo solo di momenti volutamente ripresi come i due Manhattan di Oliver e Connor, ma di dove la serie ha voluto porre i suoi tratti distintivi.
How to get away with Murder è una serie cruda, forte, intensa. Dopo sei anni conosco realmente ciascuno dei personaggi. Capisco come ognuno di loro ragiona e l’evento da pescare nel suo passato che lo porta a ragionare così. La profondità dei protagonisti minuziosamente costruita episodio dopo episodio ha reso questo finale drammatico e reale.

 

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How to get away with murder 6×15 recensione: IL PROCESSO DI ANNALISE

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E’ successo: Annalise Keating, rappresentata da nessuno se non da sé stessa, ha vinto il processo che l’FBI, la Governatrice e i Castillo speravano tanto che perdesse grazie ad una registrazione di Hanna Keating capace di mettere tutti loro in ginocchio, fornita dal sempreverde Delfino Curioso.
Mi è piaciuto molto come ci hanno fatto credere per tutta la 6×14 che la chiave della vittoria per Annalise fosse la testimonianza a suo favore di Jorge Castillo, per poi sfoderare arme vincenti quali la lettera di Wes (non utilizzata da AK per scagionare definitivamente anche Gibbins), la registrazione di Hanna, la testimonianza benevola dell’ormai redento Nate e l’arringa finale della Keating.

Anna Mae Harkness cala la maschera, smette di credere in Annalise Keating, in quella figura che lei stessa ha costruito con fatica nel corso degli anni convinta di guadagnare in cambio una vita dignitosa, agiata e felice. I giurati vengono messi al corrente da lei stessa, con uno dei migliori monologhi della storia di Shondaland, della faccia tosta con cui si è fatta largo nei tribunali per vincere casi e al contempo delle tragedie che ha dovuto affrontare per tutta la sua esistenza: per la prima volta Annalise ha deciso di dire la verità e questa scelta le ha regalato la libertà.
Penso che la scena del verdetto resterà per sempre impressa nella mia mente come un tatuaggio.

 

HOW TO GET AWAY WITH MURDER 6×15 recensione: FRANK E BONNIE

Ho intenzione di iniziare questo paragrafo shockandovi almeno la metà di quanto abbia fatto Pete Nowalk con me durante la scena sulla scalinata: voglio fare un complimento a livello recitativo a Delfino Curioso. Ci abbiamo messo sei anni ma ce l’abbiamo fatta. Kudos alla professionalità di Charlie Weber e, ovviamente, di Liza Weil, che nonostante siano ex fidanzati nella vita reale ci hanno regalato una delle scene più strazianti del finale oltre alla loro morte: sono sincero, quando ho visto Bonnie dire “stay“, titolo dell’episodio, a Frank ho pensato “ecco, sicuramente muore lui“.

Per questo durante tutta la sequenza in cui Frank si avvicina con un’arma alla Governatrice lo osservavo convinto che a finire a terra sarebbe stato lui, anche se non riuscivo a spiegarmi perché Annalise fosse L’UNICA VESTITA DI GRIGIO (i costumisti oggi pazzi da legare); mai nella vita avrei potuto prevedere anche la morte di Bonnie, atterrata probabilmente dagli spari della polizia che difendeva l’ormai defunta Governatrice.

Ed è esattamente in questo momento di cruda giustizia che Annalise ripete il titolo dell’episodio, “Stay!”, con una disperazione che conosce fin troppo bene e la consapevolezza di aver perso le sue due spalle, coloro che hanno tenuto in piedi tutta la matassa di omicidi, segreti e bugie per stagioni. Trovo estremamente triste che Frank e Bonnie siano morti. (Ripeto, è dalla 1×02 che aspetto un momento di vera gioia per Bonnie e pensavo davvero che potesse arrivare, ricevuto pure il benestare di Laurel). Ma al tempo stesso è quasi giusto che se ne siano andati insieme, all’ultimo momento.

 

I KEATING 5

Accanto alla K nel corso degli anni abbiamo visto passare molti numeri diversi. Arrivati qui i K5 superstiti sono Connor, Michaela, Laurel, Oliver e Nate. Un assortimento così strano non si vedeva dal video di Bad Blood di Taylor Swift.
A conti fatti, i nostri protagonisti l’hanno fatta franca? Non tutti.

Se vogliamo vedere questa domanda da un mero lato giudiziario, possiamo dire che l’unico a non averla fatta franca è Connor. Volutamente rinuncia al nuovo contratto offertogli dall’FBI per passare cinque anni in carcere. Peraltro dopo aver restituito l’anello a Oliver e avermi fatto piangere tre quarti dei miei liquidi corporei. Devo dire la verità, trovo la scelta di far pagare a Connor i suoi errori la migliore che Pete potesse fare. Walsh non avrebbe mai potuto convivere con i suoi sensi di colpa e ne esce come una persona pulita e, semplicemente, buona.

Non ci viene mostrato ma Michaela e Laurel passano anni di libertà vigilata. E secondo me anche i loro personaggi seguono con coerenza il tracciato delle stagioni precedenti. Scaltre e decise a ottenere i loro obbiettivi lo fanno senza guardarsi indietro, Laurel scappando anche quando assiste alla sparatoria, Michaela crollando solo quando resta libera, sì, ma completamente sola.

How to get away with murder 6×15 recensione

Alla fine, se ci pensiamo bene, tutti hanno avuto a loro modo un lieto fine. Connor, uscito di prigione, troverà Oliver ad aspettarlo (E CI MANCAVA SOLO CHE SI LASCIASSERO, AGGIUNGO); Nate aprirà un centro di riabilitazione per ex galeotti; Michaela, l’unica a non essersi redenta (non si è andati nel pericoloso territorio del buonismo), raggiunge ciò per cui ha lottato dai tempi in cui veniva maltrattata da piccola, ovvero il lavoro dei suoi sogni e una famiglia sua; Laurel, invecchiata come la fiesta dimenticata in macchina ad agosto, si presenterà al funerale di AK con il figlio indicandogli i Coliver, vecchi amici di cui non si è mai scordata.

Domanda: perché i ragazzi sembrano più vecchi di Eve nel futuro?

 

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