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Gossip e celebrità

Amber Heard deve affrontare una nuova battaglia giudiziaria

Martina Pedretti | Ottobre 5, 2022

Amber Heard affronta una nuova battaglia giudiziaria e chiede aiuto a due compagnie assicurative per pagare le spese del processo contro Depp

Amber Heard affronterà due compagnie assicurative per capire chi pagherà i suoi debiti

Amber Heard deve combattere una nuova battaglia in tribunale per determinare chi dovrà pagare le sue astronomiche spese legali. Infatti l’attrice ha assunto un nuovo avvocato, per chiedere a due diverse compagnie assicurative di aiutarla a pagare Johnny Depp e a sostenere le sue bollette giuridiche. Tuttavia entrambe sembrano non poterla aiutare con la gestione del suo debito verso l’ex marito.

L’attrice ha all’attivo una polizza per proprietari terrieri con la Travellers Commercial Insurance Company, che che copriva la “diffamazione” fino a mezzo milione di dollari. Inoltre ne ha una seconda con una di responsabilità generale con la New York Marine, fino a un milione. Secondo Puck News, entrambe coprono le accuse di diffamazione, ma non del tutto. Travellers ha infatti citato in giudizio New York Marine nel luglio 2021, chiedendo di pagare la metà delle spese legali già spese per difendere Heard.

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La prima, che ha finanziato la maggior parte della difesa di Amber Heard, ha affermato che l’attrice di Aquaman aveva il diritto di scegliere i propri avvocati. Infatti la star aveva bruciato una serie di difensori di alto profilo prima di accontentarsi dell’avvocato locale della Virginia Elaine Bredehoft per il processo presso il Fairfax County Circuit Court. Tuttavia, New York Marine non era d’accordo e ha inviato i propri avvocati, presumibilmente più economici.

I due avvocati che hanno assunto, Timothy McEvoy e Sean Patrick Roche, sono stati esclusi dal caso. Successivamente si sono ritirati prima del processo, ha affermato la società nei documenti del tribunale.

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A giugno, la giuria in Virginia ha deciso che Amber Heard aveva diffamato Johnny Depp riferendosi a se stessa come vittima di abusi domestici in un editoriale del 2018. Per questo l’attrice deve pagare 10,35 milioni all’ex marito. Mentre lui, per via della controquerela, dovrà 2 milioni a lei.

A luglio il New York Marine ha citato in giudizio Amber Heard perché non aveva pagato quanto dovuto. Nella denuncia, New York Marine ha affermato che “un assicuratore non è responsabile per una perdita causata dall’atto doloso dell’assicurato“. La giuria del processo principale ha infatti ritenuto che Amber Heard avesse agito con malizia diffamando Depp. Quindi la NYM ha sostenuto che non avrebbero dovuto pagare per lei.

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Travellers ha inoltre avanzato un’argomentazione simile prima che arrivasse il verdetto. Infatti ha avvisato Amber Heard che non avrebbe avuto l’obbligo di aiutarla, se Johnny Depp avesse dimostrato che lei aveva dichiarato il falso.

Secondo The Daily Mail, ora Amber Heard ha arruolato un nuovo avvocato, Kirk Pasich, per affrontare il dilemma assicurativo. La star, sebbene stia facendo appello, sta anche cercando modi per pagare i conti. Puck News ha riferito che le sue spese legali totali per difendersi nel caso di diffamazione potrebbero superare i 15 milioni di dollari, in quella che potrebbe essere la condanna per diffamazione più costosa nella storia degli USA.

Ora Pasich cercherà di ottenere quanto più aiuto possibile dalle compagnie assicurative. Ciò include le spese legali, e quindi oltre 15 milioni, così come i 10 milioni di danni che è stata condannata a pagare a Depp. L’avvocato tratterà direttamente con la Travellers Commercial Insurance Company e la New York Marine General Insurance Company.

Le due società sono ora in disaccordo su quali avvocati fossero necessari nel team legale e quindi quale società dovrebbe pagare le loro parcelle. Allo stesso tempo, entrambe affermano di non poter contribuire a pagare il risarcimento del danno di Heard a Depp. Sebbene la causa sia stata intentata in Virginia, le argomentazioni si basano sull’interpretazione di una legge della California che esonera gli assicuratori dal pagare per “atti intenzionali“.

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