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Gossip e celebrità

Scarlett Johansson e Mark Ruffalo contro i Golden Globe

Martina Pedretti | Maggio 10, 2021

Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Netflix e Amazon si sono schierati contro la HFPA, associazione che organizza i Golden Globes: ecco perché

Nelle ultime ore si è sollevata una polemica nei confronti della Hollywood Foreign Press Association, l’associazione che organizza da anni la serata dei Golden Globe. La HFPA ha approvato infatti una lista di modifiche intese ad affrontare mesi di controversie sulla mancanza di diversità nei suoi ranghi. Tuttavia molti attori di Hollywood come Scarlett Johansson e Mark Ruffalo, si sono fatti avanti criticando queste misure, sostenendo che è necessario un cambiamento più sostanziale. L’attrice ha anche accusato l’organizzazione di sessismo e razzismo.

Secondo una dichiarazione, le riforme pianificate includono l’aumento del numero di membri dell’HFPA “con un focus specifico sul reclutamento di membri neri”. Inoltre pare si voglia assumere uno stratega per la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione. A questa persona sarà affiancato un comitato di “membri etnicamente diversi che aiuteranno il Consiglio e supervisioneranno la riforma dei Golden Globe”.

In una dichiarazione fornita a EW, Scarlett Johansson ha voluto commentare la situazione dei Golden Globe. L’attrice di Black Widow ha ricordato di aver affrontato “domande e osservazioni sessiste” da parte dei membri dell’HFPA “che rasentavano la molestia sessuale”.

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“Come attore, quando devi promuovere un film, ti chiedono di partecipare alle premiazioni andando a conferenze stampa e cerimonie. In passato, questo comportava fare i conti spesso con domande sessiste, con commenti di certi membri della HFPA, che rasentavano la molestia sessuale. È l’esatto motivo per cui, per molti anni, ho rifiutato di partecipare alle loro conferenze. L’HFPA è un’organizzazione legittimata da artisti del calibro di Harvey Weinstein per accumulare notorietà e ottenere un Oscar. L’industria andava di pari passo. Finché non avranno luoghi cambiamenti necessari all’interno dell’organizzazione, credo che sia giunto il momento di fare un passo indietro rispetto al HFPA. Così ci si potrà concentrare sull’importanza e la forza dell’unità all’interno dei nostri sindacati e dell’industria nel suo insieme “.

La co-star degli Avengers di Scarlett Johansson, Mark Ruffalo si è unita a lei contro i Golden Globe. Infatti ha scritto che le riforme dell’HFPA sono state “scoraggianti”, in un post sui social media.

“Ora è il momento di fare un passo avanti e correggere i torti del passato. Onestamente, come recente vincitore di un Golden Globe, non posso sentirmi orgoglioso o felice di essere un destinatario di questo premio”.

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Anche Netflix e Amazon contro i Golden Globe

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Nel frattempo, Netflix e Amazon hanno affermato che smetteranno di fare affari con l’HFPA fino a quando non saranno introdotte riforme più significative. “Non crediamo che queste nuove politiche affronteranno le sfide di diversità e inclusione dell’HFPA. Tantomeno la mancanza di standard chiari su come i suoi membri dovrebbero operare”. Queste le parole che il co-CEO di Netflix Ted Sarandos ha scritto in una lettera al comitato direttivo dell’HFPA, come riporta Deadline. “Quindi interrompiamo qualsiasi attività con questa organizzazione fino a quando non avverranno cambiamenti più significativi. Netflix e molti dei talenti con cui lavoriamo non possono ignorare il fallimento collettivo dell’HFPA nell’affrontare queste questioni cruciali”.

In un’altra dichiarazione Amazon Studios si è dichiarata ancora una volta contro l’organizzatore dei Golden Globe. “Non lavoriamo con l’HFPA da quando si è parlato di questi problemi la prima volta. Come il resto del settore, siamo in attesa di una risoluzione sincera e significativa prima di andare avanti”.

L’HFPA è stata al centro di numerose polemiche a causa dei criteri di selezione per l’accesso ai Golden Globe. Questi sono stati ritenuti dall’opinione pubblica conservatori e discriminatori. Il regolamento dell’organizzazione inoltre escludeva dalla categoria Miglior Film pellicole realizzate negli USA ma recitati non in lingua inglese. Tra questi anche Minari, che è stato relegato alla categoria Miglior Film Straniero. Inoltre, un membro poi rimosso dell’associazione aveva additato il Black Lives Matter come un “gruppo dedito all’odio”.

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