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GAME OF THRONES | RECENSIONI | Serie tv

Game of Thrones 8×02: il crudele commento di Gin

Team | Aprile 24, 2019

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Game of Thrones 8×02 recensione: La lunga notte ha inizio

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Arrivano Tormund, Edd e Beric a Grande Inverno. Jon scopre che hanno meno di ventiquattro ore per preparare le difese. Se magari perdevate meno tempo a processare Jaime Lannister o a limonare duro nei crepacci innevati andava anche meglio eh.

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Tormund ha altre preoccupazioni: DOVE STA BRIENNE?

Cut sulla sala delle strategie di Grande Inverno. Nella riunione delle menti eccelse del Westeros c’è incertezza. Sam e Bran cercano incredibilmente di dare un senso alla battaglia e cercano di elaborare una strategia.

È in momenti come questi che mi manca Cersei, che vorrei vederla alle prese coi capricci di Dany, con la lentezza di Sam nell’esporre le sue tesi, coi piani sgangherati di Jon, con l’inqualificabile presenza di Bran. Vorrei sapere la sua opinione su tutto quanto. Come affronterebbe lei gli Estranei? Cosa farebbe? Mi manchi, torna, sei stata via a sufficienza.

Game of Thrones 8×02 recensione

Proseguiamo e vediamo una scena penso molto toccante tra Missandei e Verme Grigio che però a me non sono mai piaciuti quindi per me potevano anche decidere di passare il resto della loro esistenza a Castelfranco in Veneto e mi avrebbe colpita allo stesso modo. Scusate, sono cattiva con loro due ma lei non mi piace ed è una galletta ruspante fastidiosa e lui è noiosissimo. Andate via, grazie.

Molto più entertaining è quello che succede dopo sia sulle mura del castello, dove c’è una reunion di Corvi superstiti (sono letteralmente in tre) che ripensano al percorso fatto. E un po’ mi commuovo perché sembra ieri che stavano partendo dal Castello Nero per dirigersi a Nord e Jon era ancora vergine e ancora c’era una speranza per lui ed Ygritte e se ci fosse stata Ygritte lo scempio dei Jonerys non sarebbe mai successo quindi mannaggia.

All’interno di Grande Inverno invece, Jaime e Tyrion chiacchierano per passare la notte prima della battaglia. È proprio la quiete prima della tempesta, ognuno la passa a modo suo cercando di tenersi su come può. Chi col vino, chi chiacchierando, chi cantando, chi facendo fiki fiki.

Nel salone però si crea una situazione assolutamente non prevista e un gruppo di persone che inaspettatamente fa faville. Prima ci stanno appunto Jaime e Tyrion che bevono e ricordano i vecchi tempi. Poco dopo si aggiungono Brienne e Podrick. “Scusate possiamo?” Chiede Brienne “Sìsì, venite, c’è vino per tutti”. Avessi bevuto io così prima di una battaglia sarei finita ubriaca a cercare di twerkare sul Re della Notte sicuro al cento per cento. 

Poco dopo entra Davos che vuole, CITO, scaldarsi le balle davanti al fuoco. Sempre un po’ rude ma sempre onesto e ci piace tantissimo così. Arriva anche Tormund che finalmente ha l’occasione di intrattenere una conversazione con Brienne. Purtroppo, come tutti noi quando siamo davanti alla nostra cotta, si agita e manda un po’ tutto all’aria. Ma anche lui proprio come Davos, ci piace così.

Il morale è alto. Ci si tiene compagnia e ci si scalda. 

Diversa è la situazione fuori dove il Mastino è abbandonato a sé stesso contro un muro e pensa “boh ma mi sa che facevo meglio a star morto”. Arriva Arya che gli fa due domande ma ha la testa altrove e si vede. Forse le dispiace mollare Sandrone lì da solo ma non appena si palesa Beric decide di svignarsela perché ha faccende più importanti da sbrigare:

Provo sentimenti così contrastanti. Da una parte mi sono piaciuti tantissimo e poi diciamocelo, era nell’aria dalla seconda stagione, quando Arya era ancora un piccolo carlino furioso che mordeva tutti e noi già pensavamo “chissà cosa succederà quando crescerà…”. E infatti. Mi è piaciuta nella sua schiettezza, è andata dritta al punto prendendosi ciò che voleva e questo l’ho trovato in character (si dice così? mi pare di sì!).

DALL’ALTRA PARTE PERÒ, è stato come vedere una sorella minore o una figlia abbandonare il nido. Perché per me Arya è ancora un po’ quel carlino furioso delle prime due stagioni e ancora faccio fatica a vederla come donna. Insomma, è stato bello ma anche amaro e anche un po’ repulsivo a tratti quando ha tirato fuori le zinne e io ho pensato “io ti ho vista quando avevi dodici anni santodio copriti”.

Ma è tempo di accettarlo: Arya è a tutti gli effetti una donna. Ha diciotto anni e l’ha addirittura dovuto confermare l’account della HBO in seguito alle polemiche (la gente è davvero annoiata eh?) scaturite.

Quindi auguro ai due di sopravvivere e di sposarsi e avverare finalmente il desiderio di Ned Stark di unire le casate Stark e Baratheon. 

Un finale emozionante

Da una scena all’altra, ritroviamo il breakfast club ancora nella sala di Grande Inverno. Veniamo a sapere che Brienne non è un cavaliere perché le donne nel Westeros non possono esserlo. “E chissenefrega” dice Tormund, e se lui fosse re la renderebbe dieci volte cavaliera. Jaime, minacciato direttamente nel suo territorio, non si fa sfuggire l’occasione. Lui re non è, ma è cavaliere e quindi può rendere Brienne una sua pari. E così sia.

Ho deciso che se Jaime e Brienne non quagliano almeno una volta prima della fine proseguirò per vie legali e sporgerò denuncia.

A questo punto è bene che sappiate che il mio cuore era già duramente provato dall’episodio e dalle fortissime emozioni. Ho pensato “beh dai, adesso al massimo mi becco un’altra scena di Bran che fissa il vuoto e poi vado a dormire”. 

Invece è proprio nei momenti più inaspettati che Game of Thrones sa colpire. Così, con in sottofondo una canzone di Florence Welch dei arrangiata e cantata da Podrick (!!!!!!), vediamo un meraviglioso montaggio pre battaglia da batticuore. 

Sono felice di essermi emozionata perché dopo lo scorso episodio temevo di aver subito una Bransformazione e invece no. Vediamo i nostri eroi, personaggi che conosciamo da otto stagioni, sull’orlo di questa battaglia possibilmente senza speranza. Ripensiamo al loro viaggio, alle lacrime, a noi che abbiamo camminato con loro e li abbiamo accompagnati. Vediamo Jaime finalmente riunito a suo fratello e a Brienne, due delle persone che più lo hanno cambiato e sempre trascinato nella giusta direzione. Vediamo Sam, Gilly e Little Sam che ne hanno passate di cotte e di crude e sono ormai una famiglia. Theon e Sansa che in quella che potrebbe essere l’ultima notte della loro vita decidono di stare insieme e bere una zuppa bollente nel gelido cortile di Grande Inverno, un posto che per loro significa tutto nel bene e nel male. Vediamo Gendry e Arya, che è diventata una donna ed era una bambina quando ha iniziato il suo viaggio. Vediamo quei due inutiloni di Missandei e Verme Grigio che qui mi hanno un po’ smossa perché lo sguardo di Missandei mentre lo guarda andare via avrebbe smosso chiunque, diciamocelo. Vediamo Jorah, orgoglioso e splendente nella sua armatura da Mormont, riunito con la cuginetta e con l’onore ristabilito dopo un lunghissimo e faticosissimo cammino. E infine vediamo Jon e Daenerys e il momento della verità.

Non voglio rovinare il momento poetico ed eviterò l’ennesimo rant ma lo sguardo di Dany quando ha scoperto di non essere la legittima erede del Trono di Spade…

L’episodio di chiude con una scena molto significativa, ossia Jon, Tyrion e Daenerys che guardano l’orizzonte perché il Re della Notte è arrivato. Penso che loro tre siano sempre stati inconsciamente i reali protagonisti de Il Trono di Spade e vederli così riuniti di fronte alla fine è stato emozionante.

E questo ci porta però direttamente alle…

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