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HOW TO GET AWAY WITH MURDER | RECENSIONI | Serie tv | SHONDALAND

How to get away with Murder 4×15: In chat con Bonnie Winterbottom – Recensione

Davide | Marzo 19, 2018

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How to get away with murder 4×15 – CASO LAHEY L’hai detto tu, non io. Quando meno te l’aspetti, quando […]

How to get away with murder 4×15 – CASO LAHEY

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L’hai detto tu, non io.
Quando meno te l’aspetti, quando tutti o sono morti o sono in cella o sono in ospedale, una gioia arriva: è in una situazione del genere che Annalise riceve l’esito della class action presentata alla Corte Suprema durante il crossover con Scandal.
AK e Olivia hanno definitivamente spaccato Washington portando i giudici dalla parte dei querelanti e la reputazione della Keating di nuovo in auge: Liv, se capito dalle parti de set durante la quinta stagione ti giuro che ti tengo la porta aperta.
Si parla di Nate non solo tramite il padre ma anche grazie al famoso hard disk che tanto ha tormentato i sogni della Castillo da Novembre: nella cassetta in cui l’aveva nascosto Denver c’erano anche il telefono con cui comunicava con Dominick e fascicoli su ciascuno degli amichetti di AK.
A tal proposito voglio sottolineare una parte dell’intervista rilasciata da Pete Nowalk al termine del finale riguardo l’ipotetica stagione 5: una delle cose che vuole fare è dare importanza alla miniera d’oro costituita dai background dei K5 e celata in quei fascicoli, che Nate ha detto di aver distrutto ma che in realtà conserva e legge ogni sera prima di addormentarsi (che invidia). Probabilmente il passato di Bonnie (con figlio annesso?) sarà il primo a esplodere, ma successivamente si passerà ai ragazzi, scelti da AK prima del pilot per motivi ben precisi.
Io, da grande fan dei flashback, approvo.

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CASO CASTILLO

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How to get away with murder 4×15 – Recensione

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Premessa: a me il monologo inconfutabile di Annalise che ha convinto Papà Castillo di essere un pessimo padre e di ritrattare sulle accuse verso Laurel è piaciuto tantissimo. Allo stesso modo ho apprezzato la svolta sul personaggio di Tegan, che in forma anonima denuncia i traffici illegali di Antares regalando a Jorge un viaggio di sola andata verso il carcere federale.
Ora arriva il però.
PERÒ, pecca della stagione, per me, è stata la figura di Papà Castillo vista dall’alto, inquadrando tutto il suo percorso. Presentato come vera bestia di Satana, c’aveva convinto del fatto che se dici JORGE CASTILLO tre volte di fila fai apparire il demonio, per poi rivelarsi un fuoco di paglia così debole da non essere sufficiente per creare nemmeno il falò del pilot.
È dalla 4×01 che attendo prove della furia omicida di Papà Castillo ma lui, sentendo il peso della responsabilità, ha deciso di farsi arrestare e ritirarsi a vita privata in cella senza fare mai cose davanti alle telecamere. Ok, ha intrapreso una guerra legale contro la figlia e ok, ha assoldato un sicario per uccidere Wes, ma avrei preferito vederlo in azione direttamente.
In tutto questo non si sa assolutamente cosa dire nemmeno di Mamma Castillo. L’ultima volta che l’abbiamo vista litigava animatamente con Laurel, che ha appena scoperto del suo coinvolgimento e di quello di suo padre nell’omicidio di Wes. Mi piace che il gruppo si stia rendendo conto che forse Laurel tutta tutta non c’è e che lo stia facendo insieme a noi, che nelle prime stagioni non avremmo mai potuto pensare ad un risvolto creepy per la Castillo: i graffi sulle sue braccia sono sinonimo di colluttazione freccina omicidio o di colluttazione freccina biglietto aereo indeterminato per mamma? Per me la seconda.

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